Bruxelles, 18 febbraio – Dopo cinque mesi dalla pubblicazione del suo rapporto sulla competitività europea, Mario Draghi è tornato a spronare la UE, intervenendo all’eurocamera durante la European Parliamentary Week. Il suo messaggio è chiaro: l’Europa deve agire subito con maggiore unità per restare competitiva. L’ex numero uno della BCE ha denunciato l’immobilismo politico e ribadito l’urgenza di riforme strutturali per rafforzare mercato interno e sistema finanziario europeo.
Tra i punti evidenziati, la frammentazione del mercato dei capitali, la necessità di un maggiore accesso ai finanziamenti per le imprese innovative e lo squilibrio tra risparmi e investimenti: il futuro della competitività dipenderà dalla capacità della UE di canalizzare i capitali privati verso investimenti produttivi. Attualmente, il 70% del finanziamento alle imprese europee proviene dalle banche e solo il 30% dal mercato dei capitali, mentre negli USA il rapporto è invertito. L’Europa, inoltre, ha un tasso di risparmio doppio rispetto agli USA, ma i capitali finiscono spesso all’estero per mancanza di opportunità nel mercato interno. “Ogni anno esportiamo oltre 300 miliardi in risparmi perché non offriamo rendimenti competitivi”, ha ammonito Draghi. Per invertire questa tendenza, l’ex premier ha insistito sulla necessità di eliminare le barriere interne tra i mercati finanziari nazionali, armonizzare le normative e garantire condizioni più attrattive per gli investitori. Tuttavia, ha evidenziato anche la rigidità delle regole fiscali e la riluttanza degli Stati ad adottare strumenti di finanziamento comuni. Sul piano istituzionale, Draghi ha ribadito la necessità di riformare il processo decisionale europeo rilanciando il voto a maggioranza qualificata e ha concluso con un monito agli Stati: “Non si può dire no a tutto: no al debito comune, no al mercato interno, no all’Unione dei mercati dei capitali”. Con il Competitiveness Compass della Commissione sul tavolo e l’avvio del dibattito sul nuovo quadro finanziario pluriennale UE (2027-2034), la sfida per l’Europa sarà trasformare le raccomandazioni del rapporto Draghi in misure concrete.