Chiuso il Salone del Risparmio, oltre 21 mila partecipanti
Il mercato italiano del risparmio gestito vale 2300 miliardi di euro, investito in tutto il mondo a supporto di una crescita economia sostenibile, sia delle famiglie – con 11 milioni di sottoscrittori – sia del tessuto produttivo. Lo ha ricordato Carlo Trabattoni, Presidente di Assogestioni, aprendo i lavori della 14esima edizione del Salone del Risparmio che si è tenuta a Milano dal 9 all’11 aprile in occasione dei 40 anni dalla nascita dell’Associazione. Nei tre giorni dell’evento di riferimento per il risparmio gestito – che FeBAF sostiene come partner – hanno partecipato oltre 21mila persone, di cui più di 15mila in presenza negli spazi dell’Ala Sud dell’Allianz Mico di Milano, e 6mila in streaming sulla piattaforma multimediale FR|Vision, broadcaster ufficiale del Salone.
Numeri destinati ad aumentare nei prossimi giorni, grazie alla possibilità di recuperare tutte le conferenze attraverso la piattaforma, dove saranno ospitati anche molti altri contributi originali registrati durante la kermesse. Dopo il primo giorno di lavori, dedicato agli scenari globali, e il secondo, focalizzato sui mercati dei capitali, la terza giornata è stata dedicata al tema del capitale umano ed all’educazione finanziaria, sulla quale si è soffermato anche Fabio Cerchiai, Presidente di FeBAF, ai microfoni di FR|Vision. Annunciate le date del prossimo Salone: la quindicesima edizionesi terrà dal 15 al 17 aprile 2025.
Unione mercati dei capitali priorità per tutti, ma quanta fatica
Serve mobilitare i capitali privati e completare l’Unione dei mercati dei capitali (CMU). All’ultimo Eurogruppo è stato raggiunto un compromesso che però ha lasciato molti paesi insoddisfatti, tra cui l’Italia. E’ il pensiero del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenuto alla conferenza inaugurale del Salone del Risparmio, che ha visto l’Europa – con le sue riforme faticosamente in corso – protagonista del dibattito. Tra gli interventi, quelli di Irene Tinagli, Presidente della Commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento europeo, e di Marco Zanni, membro della stessa Commissione. Ad una manciata di settimane dalle prossime elezioni europee, gli eurodeputati hanno tracciato un bilancio della legislatura e discusso delle priorità in tema di regolamentazione finanziaria per i prossimi cinque anni, a partire dalla Capital Markets Union, che resta il focus principale dei policymaker a Bruxelles.
L’Unione dei mercati dei capitali è stata sul tavolo anche nel corso della seconda giornata del Salone. Nel suo discorso, Mario Nava (Direttore Generale della DG per le riforme strutturali della Commissione Europea) ha elencato le priorità di Bruxelles nella costruzione di un mercato finanziario unico da allineare alle esigenze di crescita, stabilità e competitività dell’Unione europea. Stavolta i tempi sarebbero davvero maturi per dare slancio all’ambizioso progetto destinato a cambiare il volto dell’Unione – è il messaggio di Nava – perché la CMU è ormai una priorità per tutti, per i benefici che determinerebbe anche al di fuori del settore finanziario.
Verso un fondo di fondi per le PMI?
Veicolare il risparmio degli investitori istituzionali verso l’economia reale italiana passa perla creazione di un contesto abilitante in cui “investire sia così conveniente che ci sia la filaper farlo”, sono le parole del Sottosegretario all’economia Federico Freni, intervenuto allaseconda giornata di lavori del Salone del Risparmio 2024. Diversi infatti sono i fattori che concorrono adeterminare un basso afflusso di risorse da partedegli investitori istituzionali alle imprese italiane che, secondo diverse stime, con meno di 15miliardi di euro che arrivano da Casse deiprofessionisti e fondi pensione, copre appena lo0,4% del fabbisogno delle imprese (contro il 5% delresto dell’Europa e quasi il 10% negli USA). Comesottolineato da FeBAF in audizione il 21 marzoinnanzi alla Commissione parlamentare sugli entigestori della previdenza, “le ragioni possono farsirisalire a nodi strutturali e culturali, a cominciareda dimensioni della previdenza e dell’assistenzapubbliche, mercato del lavoro, costi e dinamichesalariali, struttura demografica, insufficienteeducazione finanziaria e scarsa propensione allagestione dinamica dei risparmi di medio lungotermine”. La soluzione, quindi, dovrebbe prevedereuna serie composita di interventi, anche di naturaeuropea come, in primo luogo, una maggiore edefficace integrazione dei mercati dei capitali e ladefinizione di una politica industriale comune. Alivello nazionale, si potrebbe intervenire sul frontedella rimodulazione fiscale in favore degliinvestimenti di lungo termine, come ad es. nellaproposta FeBAF contenuta nel testo dell’audizione,e col potenziamento dell’azione degli investitoriattraverso un fondo di fondi. Quest’ultimo – su cuiil MEF sarebbe già al lavoro, ha confermato Freni –prevederebbe il coinvolgimento di CDP e altriinvestitori istituzionali per superare criticità comele dimensioni troppo piccole degli investimenti edelle imprese. Imprese che dal canto loro sonochiamate a compiere progressi sul fronte dellacorporate governance.