Milano, 8 aprile 2024 – L’AIFI – l’Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt – auspica che una quota maggiore del risparmio delle famiglie italiane possa essere veicolata verso le imprese, per sostenerne lo sviluppo e la crescita. Dai dati presentati in collaborazione con KPMG nel corso del convegno annuale, emerge che l’Italia è caratterizzata da un tasso di risparmio, rispetto al reddito lordo disponibile, pari a 9,8 con un risparmio medio per famiglia italiana pari a circa 176 mila euro. Nella attività di private equity, il 2023 ha visto un calo sia nella raccolta, pari a 3,8 miliardi rispetto ai 5,9 del 2022, sia negli investimenti scesi da 23,7 miliardi a 8,2 miliardi. Il segmento di mid market, operazioni con equity versato inferiore ai 150 milioni di euro, ha tenuto portandosi a 5,2 miliardi, il secondo valore più alto di sempre. Tuttavia, vi è un problema di investimenti: la ricchezza italiana è investita prevalentemente in immobili e titoli di Stato a scapito delle imprese che non siano di proprietà.
“Per questa ragione diviene fondamentale l’apporto che casse, fondi, assicurazioni e investitori istituzionali in genere possono dare per veicolare tale risparmio a supporto delle attività imprenditoriali italiane”, ha dichiarato Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI. Il private equity, nell’ultimo triennio ha raccolto oltre 15 miliardi, cifra non sufficiente a rispondere alle esigenze di investimento nella transizione ecologica e digitale che richiederà a livello europeo oltre 500 miliardi di investimenti all’anno, secondo le stime avanzate anche dall’ex-Premier Mario Draghi intento a scrivere il suo rapporto sulla competitività della UE, e altrettanto ingenti saranno i fondi richiesti dalla ricostruzione dell’Ucraina una volta terminata la guerra. “A fine 2022”, ha ricordato Cipolletta, “la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 10.421 miliardi”, e malgrado il tasso di risparmio più basso rispetto ad altri Paesi, “la ricchezza media delle famiglie è più alta per l’accumulo che si era fatto negli anni passati”, ha spiegato il Presidente di AIFI. Tuttavia, con i limiti della finanza pubblica diventa “fondamentale il ruolo dei capitali privati per gli investimenti”.