Roma, 21 marzo 2024 – “La variabile fiscale potrebbe costituire una leva rilevante per favorire impieghi a lungo termine e quindi l’afflusso di risorse verso l’economia reale, sia con riferimento agli investitori istituzionali, sia con riferimento allo sviluppo dei risparmi dei cittadini, in analogia e in un’ottica di complementarità con strumenti già esistenti”.
E’ uno dei messaggi principali contenuti nella relazione di Pierfrancesco Gaggi, Segretario Generale FeBAF, illustrata il 21 marzo innanzi alla Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori della previdenza presieduta da Alberto Bagnai. In particolare, “si potrebbe prevedere una fiscalità premiale in funzione della durata degli investimenti”. La proposta del mondo finanziario – ha partecipato all’audizione anche Dario Focarelli, DG di ANIA e coordinatore del Gruppo di Lavoro FeBAF sugli investitori istituzionali – si concretizzerebbe nell’introdurre “un principio di correlazione tempo-aliquota: ad esempio, per i proventi degli investimenti detenuti in forma diretta o indiretta (es. tramite fondi di investimento o contratti assicurativi) per più di 12 mesi, si potrebbe prevedere un’aliquota di tassazione inversamente correlata alla durata, per ridurre gradualmente l’imposizione a partire da un certo anno di detenzione dello strumento finanziario”. Con la previsione di un’aliquota agevolata sugli orizzonti di lungo termine, “si otterrebbe un ritorno per lo Stato, grazie al duplice risultato di incentivare il sostegno alle imprese e generare un gettito positivo derivante dall’attivazione di investimenti aggiuntivi”. La finalità di un maggiore afflusso verso la crescita delle imprese è stata condivisa anche da Giovanni Sabatini, DG di ABI, intervenuto il 19 marzo alla tavola rotonda “Credito e Finanza”. Il DG ha auspicato la messa a punto di un pacchetto di strumenti pubblico-privati complementari tra loro per “favorire e accompagnare la crescita” di quelle imprese che “fanno fatica a fare il salto per diventare grandi”.