Roma, 22 febbraio 2024 – Assicurazioni e banche italiane, attraverso ANIA e ABI, criticano la proposta della Commissione UE sul benchmark per la valutazione dei costi dei prodotti finanziari “al dettaglio” (investitori retail). La proposta è parte della “Retail Investment Strategy” (RIS) contenuta nella revisione della direttiva MifiD. La RIS “sarà uno dei temi più importanti della prossima legislatura europea”, ha osservato il Direttore Generale dell’Ania, Dario Focarelli, “ma la fase più delicata del negoziato è adesso”, ha aggiunto nel corso di un convegno organizzato dall’Università di Roma La Sapienza il 22 febbraio.
L’evento è stato aperto dalla relazione del Segretario Generale dell’IVASS, istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, Stefano De Polis che ha rimarcato come allo stato attuale sussistano “incoerenze normative in grado di generare confusione negli investitori al dettaglio”. Da qui, secondo il supervisore nazionale, l’esigenza di una “razionalizzazione normativa attraverso un’unica direttiva omnibus” che favorisca “il buon funzionamento del mercato e della concorrenza puntando sulla chiarezza, la trasparenza, la confrontabilità dell’offerta”. L’attuale proposta di Bruxelles prevede che i produttori e i distributori dei prodotti finanziari valutino i costi e le prestazioni di un prodotto confrontandoli con un benchmark di prodotti simili, sviluppato dall’EIOPA – il regolatore europeo del settore assicurativo – sulla base dei dati di vigilanza, con l’obiettivo di garantire che i prodotti che non forniscono valore non vengano venduti agli investitori al dettaglio. Si tratta di un aspetto controverso, ha notato Focarelli, in quanto non tiene conto dell’importanza della consulenza che si fa al cliente retail e che ha, necessariamente, un costo. Critico anche il Vicedirettore Generale Vicario dell’ABI, Gianfranco Torriero, che ha espresso dubbi sulla possibilità di mettere a punto benchmark a livello europeo laddove manca ancora un terreno competitivo livellato che arriverà solo con il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali. Il confronto solo sui costi, tra prodotti con contenuti diversi tra loro, ha aggiunto Torriero, rischierebbe di allontanare gli investitori finanziari retail invece che avvicinarli, creando una forma di controllo sui prezzi.