“L’Unione europea è determinata ad accelerare la sua transizione verde e digitale. Le decisioni che adottiamo oggi faranno sentire i loro effetti sulle generazioni future. È nostra responsabilità collettiva prendere le decisioni giuste”. Inizia così l’”editoriale” pubblicato il nove marzo dai presidenti del Consiglio europeo, della Commissione europea, dell’Eurogruppo, della BCE e della BEI. Il documento è un appello anche all’europarlamento ed agli stati: “Da troppo tempo procediamo con eccessiva lentezza su un elemento costitutivo essenziale: l’unione dei mercati dei capitali”. Un’Unione, proseguono, che “convogli gli ingenti risparmi dell’Europa verso i motori della crescita di domani”.
L’UE – scrivono i cinque presidenti – “ha già compiuto alcuni passi decisivi nella creazione di un mercato unico dei capitali. Dobbiamo tuttavia intensificare i nostri sforzi… occorrono norme più allineate in materia di insolvenza, informazioni finanziarie più facilmente accessibili, un accesso semplificato ai mercati dei capitali, in particolare per le imprese più piccole, solide infrastrutture di mercato e una vigilanza più integrata dei mercati dei capitali”. L’approfondimento richiede uno sforzo collettivo – prosegue l’editoriale – che coinvolga i responsabili delle politiche e i partecipanti al mercato in tutta l’Unione. Richiede una forte volontà politica e un forte senso di titolarità a tutti i livelli di governo. Richiede che il Parlamento europeo e gli stati membri in sede di Consiglio concludano con urgenza i negoziati sui testi legislativi fondamentali”. Sempre il 9 marzo, la Commissione ha risposto, di fatto, alla nuova politica industriale americana approvando dopo lunghe discussioni con i Paesi membri regole “proporzionate, mirate e temporanee” (fino al 2025) che consentiranno agli stati di concedere aiuti pubblici per accelerare investimenti a zero emissioni evitando così il rischio di delocalizzazioni.