Le banche dell’Unione Europea potrebbero aumentare i prestiti di quasi un terzo se le autorità di regolamentazione applicassero i requisiti patrimoniali allo stesso modo delle loro controparti statunitensi. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Federazione bancaria europea e dalla società di consulenza Oliver Wyman.
La regolamentazione bancaria è coordinata a livello internazionale dalle autorità di vigilanza, ma permangono differenze nel funzionamento pratico delle norme e nella loro applicazione, afferma il rapporto. “Nella migliore delle ipotesi, una revisione degli attuali requisiti patrimoniali e dei processi di vigilanza potrebbe liberare capacità per circa 4-4,5mila miliardi di euro in prestiti aggiuntivi, il che rappresenta un incremento di quasi il 30% rispetto agli attuali volumi di prestiti bancari”, si legge nel rapporto. La differenza tra i costi indotti dalla regolamentazione delle banche UE rispetto alle loro omologhe statunitensi può spiegare gli 0,8-1,0 punti percentuali di divario nel rendimento del capitale proprio (Roe), secondo il rapporto. Inoltre, i policymaker dovrebbero raddoppiare gli sforzi per completare l’unione bancaria e dei mercati di capitali, mentre – per parte loro – le banche dovrebbero continuare a concentrarsi sul miglioramento dell’efficienza operativa e sulla digitalizzazione.