Roma, 2 ottobre – “Il 2025 è un anno di passaggio ma il 2026 e il 2027 saranno molto sfidanti” per le banche, anni “che saranno caratterizzati dai rischi dell’export dovuti ai dazi”, che già si vedono e dalla “possibilità che vi siano minori utili da commissioni” in un contesto caratterizzato dal calo dei tassi da parte della BCE. È quanto affermato dal Presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, nel suo intervento alla 57ma Giornata del Credito organizzata dall’Anspc, l’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito, presieduta da Ercole P. Pellicanò.
“In queste settimane iniziano a vedersi gli effetti dei dazi” su export e imprese “e se ci sono rischi di crisi per le imprese, conseguentemente anche le banche ne potrebbero e ne potranno soffrire”, ha dichiarato il Presidente dell’ABI. Patuelli ha quindi sottolineato che da “sette mesi il credito alle famiglie cresce e da due mesi anche quello alle imprese”, l’andamento “dipenderà dal contesto generale e vedremo se il cavallo berrà nel nuovo contesto dei tassi”. Inoltre, il numero uno di Palazzo Altieri ha osservato con preoccupazione il probabile disimpegno degli USA nell’attuazione delle regole di Basilea III che invece “avevano precedentemente assunto”. Per Patuelli il rischio è che “la nuova amministrazione USA si allontani dagli organismi internazionali che essa stessa aveva fondato e guidato per molti decenni. E se questo avverrà sarà una complicazione per le condizioni di pari concorrenza in Occidente”, ha concluso. Sul tema del recepimento dell’ultima tranche degli accordi di Basilea III e sul “rischio di una situazione di stallo concreto”, è intervenuto anche il Direttore Generale di Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, per il quale è auspicabile “che questa incertezza si risolva” perché il “sistema bancario globale, per funzionare correttamente, ha bisogno di regole chiare e, per quanto possibile, omogenee e condivise”.

