Bruxelles, 6 giugno – Il mercato europeo della finanza sostenibile registra una frenata. Secondo l’ultimo rapporto trimestrale dell’AFME (Association for Financial Markets in Europe), nel primo trimestre del 2025 le emissioni di obbligazioni e prestiti ESG sono ammontate a 169 miliardi: il 27% in meno rispetto allo stesso periodo del 2024, e il livello più basso da inizio 2022.
A pesare è soprattutto il calo dei prestiti verdi (green loans) e di quelli legati alla sostenibilità (sustainability-linked loans), più che dimezzati rispetto al primo trimestre dello scorso anno. I green bond restano la categoria dominante (con 82 miliardi), ma in calo del 19% rispetto al primo trimestre 2024. Solo i sustainable bond mostrano un segno positivo (+24% su base annua), mentre scendono le emissioni social e sustainability-linked (i sustainable bond finanziano progetti con impatti ambientali e sociali positivi, mentre i sustainability-linked bond legano il rendimento al raggiungimento di obiettivi ESG da parte dell’emittente, senza vincoli sull’uso specifico dei proventi). Nello scenario descritto da AFME, associazione più volte partner di FeBAF nel Rome Investment Forum, l’Italia si ritaglia però un ruolo di primo piano. Con 29 miliardi raccolti, è il primo Paese europeo per emissioni ESG, seguito dalla Francia, e circa il 54% delle obbligazioni sustainability-linked originate nel trimestre porta la firma di emittenti italiani. Tra le singole emissioni green, è proprio il Governo italiano a guidare la classifica con un collocamento da 4,97 miliardi, seguito dalla Banca europea per gli investimenti (4,96 miliardi) e dalla Commissione europea (4,91 miliardi). Nel frattempo, prende forma anche il nuovo standard europeo per le obbligazioni verdi: il regolamento sull’European Green Bond Standard è infatti applicabile da dicembre 2024 e tra gennaio e marzo sono state emesse le prime obbligazioni etichettate EU GBS.

