Roma, 30 maggio – In Europa “vi è oggi l’ineludibile necessità, ma anche la possibilità concreta, di completare il mercato comune; di semplificare, ma non cancellare, le regole che lo governano; di creare un mercato unico dei capitali centrato sull’emissione regolare di titoli europei. Ciò può contribuire a generare le risorse pubbliche e private necessarie per finanziare gli investimenti e la crescita”. Sono alcune delle conclusioni delle “Considerazioni finali” che Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, ha presentato a Roma.
In un contesto globale instabile, la priorità è rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione e il programma della Commissione europea, la Bussola per la competitività, va – ad avviso di Panetta – nella giusta direzione, ma non affronta il nodo cruciale del reperimento delle risorse. Per rendere l’Europa davvero competitiva serviranno investimenti consistenti e ciò non può gravare unicamente sui bilanci nazionali, né essere affidato solo al settore privato. Serve pertanto, per il numero uno di Palazzo Koch, “un vero e proprio patto europeo per la produttività”. È urgente dunque completare la costruzione di un mercato dei capitali europeo pienamente integrato, capace di indirizzare il risparmio verso investimenti a lungo termine e ad alto rendimento atteso ed è cruciale introdurre un titolo pubblico europeo per finanziare la componente pubblica degli investimenti e fornire un riferimento comune, solido e credibile al sistema finanziario. Secondo le stime di Banca d’Italia, un mercato dei capitali integrato, con al centro un titolo comune europeo, ridurrebbe i costi di finanziamento per le imprese, attivando investimenti aggiuntivi per 150 miliardi all’anno e innalzando, a regime, il prodotto di almeno l’1,5 per cento. L’effetto sul PIL potrebbe risultare fino a tre volte maggiore se i nuovi investimenti fossero destinati a progetti ad alto contenuto tecnologico. Molto positivo il giudizio di Fabio Cerchiai, Presidente di FeBAF, sulle Considerazioni finali: “Condividiamo integralmente la necessità di costruire un mercato dei capitali europei pienamente integrato e di affiancare risorse private a quelle pubbliche nella direzione di un vero e proprio Patto europeo per la produttività”.