Bruxelles, 19 marzo – Alla vigilia dell’importante Summit del Consiglio europeo dedicato a difesa e competitività, la Commissione ha presentato le sue attese proposte per l’Unione dei risparmi e degli investimenti (Savings and Investment Union-SIU), basandosi sui progressi già fatti con l’Unione dei mercati dei capitali (CMU) e l’Unione bancaria. L’obiettivo è canalizzare più risparmi verso investimenti produttivi, creando opportunità di crescita e ricchezza per cittadini europei e imprese. Secondo quanto dichiarato dalla Commissaria europea ai servizi finanziari, Maria Luís Albuquerque, in una recente audizione al Parlamento europeo, la SIU – “abilitatore chiave” all’interno del Competitiveness Compass e del Clean Industrial Deal – si fonda su quattro pilastri: rafforzare il risparmio e gli investimenti dei cittadini, facilitare l’accesso ai capitali per le imprese, promuovere un mercato finanziario più integrato e rafforzare la supervisione a livello europeo.
Attualmente, oltre 10.000 miliardi di risparmi continentali restano immobilizzati in depositi bancari a basso rendimento. Secondo la BCE, se le famiglie riallineassero il loro rapporto tra depositi e investimenti ai livelli statunitensi, potrebbero essere reindirizzati verso strumenti finanziari fino a 8.000 miliardi, generando 350 miliardi all’anno di nuovi flussi di investimento. A questo si aggiunge la fuga di capitali dall’Europa verso gli Stati Uniti, stimata in 300 miliardi all’anno dal rapporto Draghi e ribadita anche dal più recente rapporto “Invest in Europe First” stilato dal Single Market Lab di AREL insieme al Jacques Delors Centre (Berlino), Jacques Delors Institut (Parigi) e IE Global Policy Center (Madrid). Nel solo 2024 tale deflusso sarebbe aumentato fino a raggiungere i 500 miliardi, secondo uno studio del Fondo Monetario Internazionale (FMI) citato anche da Mario Draghi in audizione al Senato (v. infra). Nei prossimi mesi l’esecutivo europeo darà attuazione alla SIU con misure concrete. Alcune sono già in fase di discussione, come la strategia per gli investimenti al dettaglio (retail investment strategy – RIS), la direttiva per la risoluzione delle crisi bancarie piccole e medie (CMDI) e la proposta per la creazione di un sistema di assicurazione comune dei depositi (EDIS). Altre saranno di nuova emanazione, come la revisione della normativa sulle cartolarizzazioni, il consolidamento delle infrastrutture di trading e post-trading, lo sviluppo e la rimozione delle barriere cross-border per il settore dell’asset management, la revisione del regolamento EuVECA per includere più asset e strategie nell’ambito applicativo del venture capital. Sono previste anche proposte per “una supervisione più unificata dei mercati dei capitali” che includeranno “il trasferimento di alcune funzioni a livello UE”, senza però suggerire una supervisione unica per il settore non-bancario e limitandosi a rafforzare il ruolo delle autorità di supervisione europee (ESAs). Infine, la Comunicazione si propone di rivedere il quadro delle pensioni aziendali e professionali (c.d. IORP) e i prodotti pensionistici pan-europei (c.d. PEPP), ad oggi poco utilizzati, senza arrivare formalmente a proporre un vero e proprio prodotto di risparmio individuale europeo (European Savings and Investments Account), al contrario di quanto indicato dal Single Market Lab sulla falsariga dei modelli già esistenti in Italia (con i Piani individuali di risparmio-PIR), Francia (con i “PEA”) e Gran Bretagna (con gli “ISA”). In conclusione, la Commissione presenterà entro il 2026 un rapporto sulla competitività dell’intero settore bancario europeo e pubblicherà, entro il secondo semestre del 2027, la proposta di revisione della SIU di medio termine per valutare i progressi compiuti e definire eventuali aggiustamenti normativi o strategici per rafforzare l’integrazione finanziaria europea. FeBAF monitorerà e valuterà l’iter.