10 febbraio – “Dobbiamo preparare il terreno per un euro digitale. Ciò garantirà la resilienza e la natura di bene pubblico dei nostri sistemi di pagamento. Fornirà, inoltre, una piattaforma per l’innovazione privata nei pagamenti digitali”. È quanto dichiarato dalla Presidente della Banca centrale europea (BCE), Christine Lagarde, nel suo intervento al Parlamento europeo a Strasburgo il 10 febbraio.
La volontà della BCE di proseguire sulla strada della creazione di una valuta digitale europea si contrappone ai nuovi indirizzi in atto negli USA. Il capo della Federal Reserve Bank (FED), Jerome Powell, l’11 febbraio ha dichiarato in audizione alla Commissione banche del Senato a Washington, di non volersi impegnare per tutto il suo mandato alla creazione di una valuta digitale della banca centrale. Poco dopo il suo insediamento, il Presidente americano, Donald Trump, che punta a fare degli USA il polo globale delle criptovalute e in particolare delle stablecoins, aveva invero emesso un ordine esecutivo che vieta alla Fed e a tutte le agenzie federali di effettuare qualsivoglia attività verso la creazione di valute digitali. Nella UE, tuttavia, la decisione finale sulla creazione dell’euro digitale spetterà ai legislatori europei e ai governi nazionali. Proprio su questo tema il Parlamento UE ha approvato l’11 febbraio una risoluzione con una serie di raccomandazioni alla BCE. Al punto 27, si chiede che l’eventuale decisione di emettere l’euro digitale “non sia adottata esclusivamente dal Consiglio direttivo della BCE”, ma che sia “in ultima analisi una decisione politica che deve essere adottata dai co-legislatori UE, dato il profondo impatto potenziale di tale decisione su un’ampia gamma di settori… che esulano dallo stretto ambito di competenze della politica monetaria”.