Davos, 20 gennaio – I risparmi delle famiglie europee raggiungono quasi 1,4 trilioni di euro, rispetto ai poco più di 800 miliardi negli USA. Ma le aziende europee hanno difficoltà ad attingere a questa somma e a ottenere i finanziamenti di cui hanno bisogno perché il nostro mercato dei capitali interno è frammentato”. Così la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenuta al World Economic Forum di Davos nei giorni scorsi.
“300 miliardi di euro di risparmi delle famiglie europee vengono investiti all’estero ogni anno, penalizzando in tal modo la crescita delle startup tecnologiche europee e ostacolando lo sviluppo ulteriore di un settore innovativo come quello delle tecnologie pulite”, ha detto la numero uno dell’esecutivo europeo. “Non ci manca il capitale”, ha proseguito, “bensì un mercato dei capitali efficiente che trasformi i risparmi in investimenti, in particolare per le tecnologie in fase iniziale che hanno un potenziale rivoluzionario”. Von der Leyen ha quindi annunciato che a breve presenterà la Bussola sulla competitività (Competitiveness Compact) sulla base delle raccomandazioni dei rapporti Draghi e Letta, con l’obiettivo di incrementare innovazione e competitività della UE. A Davos è intervenuta anche la Presidente della BCE, Christine Lagarde. “L’Europa è un unico grande mercato che serve più di 400 milioni di persone, ma non abbiamo finito il lavoro: abbiamo ancora barriere che impediscono la circolazione di servizi e anche di beni. Ma sono ragionevolmente ottimista”, ha sottolineato in un’intervista a Cnbc a margine dei lavori del Forum. “L’Europa non deve seguire gli Stati Uniti sulla strada della deregulation ma può fare molto per garantire condizioni di gioco più paritarie rimuovendo le sovrapposizioni e le ridondanze delle regolamentazioni”, ha dichiarato Lagarde. “Se i regolatori europei mettessero la stessa energia nell’identificare sovrapposizioni e ridondanze delle regolamentazioni e nel rimuoverle… potrebbe non necessariamente creare un campo di gioco uniforme, ma uno dove gli attori possono competere in modo equo. E penso che l’Europa sia pronta per questo”, ha concluso la numero uno della BCE.